56k d'Etiopia - C’è rifiuto e rifiuto, ma entrambi mancano in Etiopia.

Se avete intenzione di visitare questa strana fetta d’Africa, sappiate che in Etiopia non esistono rifiuti, qualsiasi accezione vogliate attribuire a questa frase. Già, dimenticatevi pure di glissare con eleganza un invito, ma scordatevi anche di poter trovare un sistema per lo smaltimento della vostra spazzatura. Andando con ordine, è importante sottolineare come l’estrema ospitalità degli Abesha sia seconda solo alla loro immarciscibile insistenza. 

Se avete la “colpa” di essere Forenji aspettatevi ogni sorta di pressione ed armatevi di tutta la pazienza che pensate di poter racimolare, anche se non sarà mai sufficiente. Bere inquietanti intrugli alcolici locali, ingurgitare quantità inusitate di cibo tipico di dubbia provenienza, farsi accarezzare in maniera discutibile e passeggiare mano nella mano con atri uomini, lasciarsi infilare in bocca bocconi di cibo direttamente dalle mani di qualcun altro di cui sfortunatamente conoscete le scarse attitudini igieniche; sono solo alcuni esempi di ciò a cui non potrete sfuggire in alcun modo. 

Palesare il vostro imbarazzo non servirà a nulla, altrettanto inutile sarà tentare disperati diversivi per cambiare argomento o distogliere l’attenzione, mentre declinare educatamente e ripetutamente l’invito sortirà solo un aumento dell’insistenza. Nulla frena l’inarrestabile ospitalità Etiope, nulla. Deve essere senz’altro per questo che hanno vinto la guerra contro gli italiani e che nessuno è mai riuscito a colonizzare questo popolo a lungo: custodiscono l’antica arte dell’essere estenuanti e vincere per sfinimento, la loro resistenza, insomma, va ben oltre quella ostentata nelle maratone per cui sono celebri in tutto il mondo.
 
Questa capacità di resistere è alla base anche della mancanza degli “altri” rifiuti, altrimenti non si spiegherebbe come possono gli Etiopi sfoggiare una disinvolta noncuranza rispetto agli aromi locali. Gli odori qui sono completamente saturi, quasi solidi, così definiti da sembrare palpabili. Gran parte di essi è però più che altro una sorta di puzzo appiccicaticcio e indefinibile che stagna nell’aria pressoché ovunque. Non è difficile immaginare che una delle maggiori cause di tutto ciò sia il controverso rapporto degli Etiopi con l’immondizia. 

Infatti per essi questa praticamente non esiste. In molte aree non c’è nessun sistema per la raccolta o il deposito della spazzatura e la maggior parte della popolazione semplicemente abbandona dove capita quello di cui non ha bisogno o gli scarti della quotidianità. Se state immaginando immondizia e rimasugli di cibo sparsi un po’ ovunque, abiti e scarpe vecchie abbandonati per strada e cartacce varie che svolazzano dappertutto non siete molto lontani dalla realtà, dovete solo ridimensionare il volume del tutto, considerando che pur sempre di Africa si parla e lo sviluppo di città e dintorni non è paragonabile a quanto siete abituati a vedere. 

Anche perché per la maggior parte degli Etiopi i rifiuti non esistono anche in un senso più pratico: non c’è nulla da buttare via quando non si ha niente. E in queste righe il niente è forse l’unico concetto che dispone solo di una lettura, quindi non aspettatevi risvolti positivi a seguire perché, esattamente come nelle vite di queste persone, non ci saranno colpi di scena o lieto fine, chiamatelo pure “rifiuto del rifiuto”.